Le ragioni per cui gli artigiani orafi chiudono le loro attività sono molteplici e possono variare a seconda della specifica situazione.
In generale si identificano 3 fattori principali che contribuiscono a questo fenomeno:
- La crisi economica. Che ha colpito l'Italia negli ultimi anni ha avuto un impatto negativo su tutti i settori economici, compreso quello dell'oreficeria. La diminuzione del potere d'acquisto delle famiglie ha portato a una riduzione della domanda, con conseguente calo dei ricavi per le attività artigiane.
- La concorrenza. La concorrenza da parte delle grandi aziende produttrici di gioielli, che possono contare su economie e capacità di investimento maggiori. Inoltre, le grandi aziende sono in grado di offrire prezzi più competitivi, rendendo difficile per le piccole imprese rimanere sul mercato.
- La mancanza di successione. La mancanza di successione è un problema che si sta facendo sempre più acuto nel settore dell'oreficeria. In molti casi, i figli degli artigiani non vogliono proseguire l'attività familiare, preferendo di intraprendere carriere diverse. Questo porta alla chiusura delle attività, con la perdita di un patrimonio di conoscenze e competenze artigianali.
Inoltre si possono aggiungere altri fattori che possono contribuire alla chiusura delle attività artigiane orafe, come:
- L'aumento dei costi: I costi di produzione, come quelli delle materie prime e dell'energia che sono in costante aumento. Questo rende difficile mantenere i prezzi competitivi.
- La complessità della normativa: La normativa che regola il settore dell'oreficeria è sempre più complessa e onerosa. Questo può rappresentare un ostacolo per le piccole imprese artigiane, che spesso non hanno le risorse necessarie per adempiere a tutti gli obblighi normativi.
In conclusione:
La chiusura delle attività artigiane orafe è un fenomeno complesso, spesso causato da una combinazione di fattori economici, competitivi e strutturali.